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Acquedotto Augusteo del Serino
Acquedotto Augusteo del Serino

L’Acquedotto Augusteo del Serino, realizzato nel I sec. d.C., è una delle più imponenti opere idrauliche dell’età romana, di particolare importanza strategica per il territorio campano. Le acque captate dalle ricche sorgenti carsiche delle colline in provincia di Avellino, attraverso un sofisticato progetto infrastrutturale furono convogliate lungo un percorso di oltre 100km, in gran parte sotterraneo, fino all’area dei Campi Flegrei, alimentando i più importanti centri abitati dell’epoca, tra i quali la città di Neapolis. L’acquedotto arrivava fino al porto di Miseno ed aveva come elemento terminale la monumentale cisterna detta “Piscina Mirabilis”.

La scoperta di alcuni resti dell’antico acquedotto nell’area Vergini-Sanità, a nord dell’antica Neapolis, costituisce un evento di particolare importanza scientifica in quanto ha fornito non solo nuove indicazioni sul tracciato, ma anche interessanti informazioni sulle stratificazioni storiche del contesto, sul modo in cui i resti sono stati riutilizzati in epoche successive e sul rapporto con altre preesistenze archeologiche presenti nell’area, in particolare la Necropoli Ellenistica.

Nel 2011 il rinvenimento avviene in maniera casuale: a seguito di uno sprofondamento del pavimento in un terraneo di Palazzo Peschici-Maresca, di proprietà dell’Arciconfraternita dei Pellegrini di Napoli, si intuisce la presenza di strutture archeologiche in un piano interrato del quale, tra l’altro, non si aveva più traccia, essendo stato abbandonato ed essendone stato murato l’accesso, probabilmente dagli anni del secondo dopoguerra.

Dai rilievi effettuati si è riscontrata la presenza di due ponti-canale autonomi, costituiti da sequenze di pilastri e archi in mattoni e tufo: il primo di epoca augustea, il secondo di più difficile datazione, probabilmente realizzato molti decenni dopo. Le strutture archeologiche, utilizzate come fondamenta del Palazzo, disegnano uno spazio stratificato, adibito nel corso dei secoli a deposito, cantina, rifugio antiaereo, luogo di discarica.

Nel 2015 è stato aperto al pubblico ed è oggetto di un programma di recupero, fruizione e valorizzazione.

Per approfondimenti, clicca QUI.

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"L'area racchiusa tra i ponti-canale, nella sua composizione atipica, frutto di necessità strutturali e casualità, costituisce oggi un luogo dalla forte identità, una memoria condivisa dal carattere quasi sacrale, e come tale deve essere tutelato e valorizzato"

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